Clemen Parrocchetti ha vissuto e lavorato a lungo a Borgo Adorno; in questo contesto nasce la casa museo a lei dedicata, dove sono raccolte numerose sue opere e dove sono presenti pitture murali e diversi interventi da lei realizzati. Qui si è intrapreso il lavoro di archiviazione e conservazione dell’opera dell’artista.
Costruito su uno sperone roccioso, il castello domina l’intera val Borbera. Nelle giornate limpide, poi, sono ben visibili la pianura padana fino all’arco alpino, dal Monviso alla catena del Bianco, del Cervino, del Rosa, fino alle Alpi lombarde.
I primi documenti su Borgo risalgono al 1176, quando il Barbarossa restituisce ai Tortonesi molti dei loro castelli. Fino al XIII sec. tutta la val Borbera è dominata dai Malaspina, a cui succedono gli Spinola. Nel 1518 Tolomeo Spinola lascia eredi dei propri feudi, Borgo incluso, i fratelli Antoniotto e Gerolamo Adorno. La presenza degli Adorno, importante famiglia dogale genovese, continua fino alla soppressione del sistema feudale da parte di Napoleone nel 1797.
Il castello di Borgo era la sede amministrativa di numerosi piccoli feudi che a macchia di leopardo si estendevano fino alla valle Scrivia e godeva delle prerogative di feudo imperiale che garantiva una totale indipendenza e consentiva di amministrare anche la giustizia. Tali prerogative vennero perse nel 1797 con la soppressione dl sistema feudale da parte di Napoleone.
Durante la Resistenza ’43-‘45, fu sede di un ospedale da campo e di un presidio partigiano.
Il fascino del castello è dovuto alla sua posizione dominante su una valle incontaminata, senza alcun elemento strutturale o naturale di disturbo, all’integrità della struttura, che risponde alle descrizioni del XVII secolo, alla presenza di un arredamento in gran parte originario nonché alla collezione di arte contemporanea di Clemen Parrocchetti, discendente degli Adorno, che qui ha vissuto e lavorato a lungo.